Biblioteca dell'anima

03/05/2010
Se più non sappiamo
Se più non sappiamo trasmettere
parole come
casa , giardino , scala , piazza , albero e …


se in ogni lamento
la nostra attenzione annaspa
e ogni passione svilisce

quale altra sostanza può
sostituire il cuore del verbo
a rendercela prossima ?
quasi a toccarla!-

un fiume che diventa
piano tremolante
di imprecisi ostacoli
mai più rispecchianti.

Materia che si eclissa.
Non più materno sostanziarsi delle cose
nella frase . Momento . Ora
del nervo che si allenta
uomo che ritorna a lallare
come a scandire
il lento scendere , degradarsi
verso una pozza anonima
di materia smorta elementare.

di Antonio D´Agostino

22/03/2010
Il cerchio della Primavera
L´ombra della sera,
la candela che si accende,
occhi che si guardano
e cuori che si ascoltano,
una dolce musica, 
il canto
del nostro respiro
che sfiora
il vento e le cime degli alberi,
che bacia i primi fiori
e l´erba del giardino.
 
Le mani si stringono,
mentre le emozioni
illuminano la notte
questo è il
Cerchio di Primavera.
 
Questo è il Cerchio
anche dei bambini,
dei cani, degli adolescenti,
delle sorelle, delle mogli,
dei mariti,  dei clown, degli amici,
e dei fratelli.

Nel cerchio i bambini
sono i nostri unici maestri,
gli uomini grandi possono,
anche piangere,
mentre un cuore di stoffa
steso su un prato
può portare gioia nel cuore
a tutti noi,
e così essere in contatto
con Madre Terra e l´Universo.
Ho visto prati viola
e gialli, cieli grigi e stellati,
mentre pensavo di
affidarmi al cerchio, 
che ci conduce a scoprire
i profumi e i colori nuovi
della terra,
le rughe degli alberi,
la delicatezza
dei petali
e delle parti
più nasconte
del tuo cuore.

La condivisione
del cibo.
Una festa di colori,
di risate,
di musica, di profumi e di sapori
si anche questo
può essere un cerchio
a casa di Linda 
martedi 23 marzo 2010
sera alle 18,00
ad Ariano Irpino.
Non mancare, stavolta ci sarò anch´io.
Ti aspettiamo.
Nanos
 
P.S. se ti perdi chiamami 3384122630

22/03/2010
IL CERCHIO DI PRIMAVERA
Martedì 23 marzo,
ore 18,00 ad ARIANO IRPINO
a casa di Linda Iurato
Contrada San Tommaso, 19
info/conferma di partecipazione:
la padrona di casa ha il cellulare rotto
chiamatela a casa la sera dopo le 21.00
numero di casa 0825824398!

10/02/2010
NASCITA, VITA E MORTE NEL RITO DEL CARNEVALE ...e del Clown(?)
Negli antichi miti greci il nostro corpo, privo di vita, riveste la forma di una realtà a due facce: una è la psyché termine da collegare con psýchein "respiro, soffiare", inconsistente, invisibile, inafferrabile, fantasma, sogno, ricordo ad immagine e somiglianza del corpo ma pur sempre ombra, quindi vuoto, evanescenza; L´altra è il kolossós (pietra grezza non iconica) che invece si presenta compatto, duro, massiccio, presente e che, al contrario della psyché, non ci rimanda l´immagine del corpo vivente ma il suo essere di altra natura, la sua non-forma, la sua assenza.

Il desiderio però ad un certo punto prende corpo e potrebbe essere rappresentato dal rinascere con migliori speranze?

Ora apro, in occasione del carnevale, (uno dei più belli e che più di tutti ha mantenuto la sua originalità è quello di Montemarano in provincia di Avellino), una riflessione sul tema della: "nascita, vita, morte" e qui aggiungo della "rinascita" come eventi non più solo simbolici-rituali, ma come possibili almeno dal punto di vista della "morte sociale", realizzabili non solo come riti magici ma come percorsi esperenziali di vita. Lo stesso percorso del Clown appartiene a mia opionione a questo mito e rito.

La morte in questo caso la cerchiamo, oltre che nella sua concretezza del disfacimento fisico, all´interno di alcuni tra i più importanti riti di passaggio della vita di un individuo, si può intendere ed intendo non la morte fisica ma la morte sociale come crisi della presenza della speranza e della gioia di vivere.

"Un sorriso fatto ai vivi è meglio di una fontana di lacrime sulla tomba dei morti." (Seneca)
Perché allora non "morire prima per non morire" ?

Nel laboratorio esperienziale che propongo per andare alla ricerca del tuo clown ho introdotto questo mito-rito. Già altre volte ho precisato che andare alla ricerca del clown è un po anche il viaggio dell´eroe: i sei archetipi fondamentali: bambino, orfano, martire, guerriero, viandante e mango poi ci aggiungo il settimo il folle.

In questo caso voglio ringraziare Franco Arminio (scrittore e poeta di paesologia dell´Irpinia d´Oriente) per avermi concesso l´uso dei testi (in via di pubblicazione) delle sue "Cartoline dai Morti", con le quali introduco il rito della "Morte Sociale" come abbandono di uno status, per ritrovarne un´altro, per passare ad un altro più evoluto, attraverso il mito stesso della nascita, della vita e della morte e così rinascere ...clown: "uomo intero"..il nostro bambino interiore.

"L´uomo di età avanzata non esiterà a chiedere a un bambino di sette giorni dov´è il luogo della vita, e quell´uomo vivrà. Perché molti dei primi saranno ultimi, e diventeranno tutt´uno." (Jesus)

"Morte sociale" quindi come abbandono di uno status sociale e incapacità ad affrontare il viaggio il passaggio come permanenza nello stato di margine; come permanenza nel lutto, nel tabù della morte e/o della perdita della propria comunità. Fuga o lotta? Direbbe Henry Laborit !

In questo caso una morte immaginata come fuga e lotta e quindi perdita dell´individualità; perdita della rotta certa e qui, il tema della rinascita sarà il tema non solo simbolico ma "praticato nel sogno" di ognuno: "il rinascere a nuova vita" …. nella sostanza "praticare il sogno".

E, si nell´evento della rinascita del proprio "clown" (uomo intero) che resta non successivo alla morte ma lo precede (morire prima per non morire) in maniera liberatoria viene fuori una "morte" nella sua duplice forma fisica e sociale non solo nel senso metaforico, ma vissuta, cosi come nel carnevale la maschera muore e rinasce a nuova vita. Ma, nel caso del clown non si tratta più di una maschera ma di se stessi in quel "se" (senza accento) un "se" (non affermazione di uno status... ma congiunzione...per avvinarci a...) un "se" movimento che va verso....

Da questa morte si può cosi arrivare ad una rinascita ad una nuova consapevolezza: "io sono..".

Il clown in questo caso come l´asino (simbolo) resta unificatore del corpo e dello spirito (?).

Be se il corpo è la verità ma il corpo è vuoto-vuoto e l´unico che lo può riempire è appunto lo "spirito-so" è il "gioioso" dell´uomo intero. "Fuori" dal dualismo. "Fuori" dalla paura della stessa morte, allora anche il Clown come "uomo intero" può aprire a nuove speranze di vita e di rinascita sociale. Il clown in questo caso si fa attraversare anch´esso dal dolore e dal pianto e attraverso il sorriso apre una strada che può portare l´uomo alla conquista ed al recupero di una individualità sociale nuova o perduta.

Gli stessi pianti, lamenti e sorrisi rientrano tutti nel versante simbolico-mitico-rituale della morte/rinascita che prediligerà, il mito ed il rito del "lamento funebre". Anche nel nostro caso attraverso musiche dolci che accompagnano il rituale della morte e rinascita.

Tra i tanti miti in Sardegna c´è il "mito dell´argia", mito che viveva nell´omonimo rituale esorcistico-coreutico-musicale il quale, nelle sue varie forme, tentava sempre di contenere e modellare culturalmente e socialmente, attraverso una partecipazione comunitaria, la crisi dal quale era stato colpito l´argiato che in quel momento stava affrontando una vera e propria morte sociale.

Il rito dell´argia si pone come modello di una possibile risoluzione della crisi assenza-morte fino al recupero dell´individuo che sperimenta così una rinascita sociale: "crisi/morte = separazione; rito = margine; risoluzione/rinascita = reintegrazione" .

Lo stesso percorso del Clown …..è di per se "mito e rito" e quindi anch´esso antico ed ha in se la capacità di "prendersi cura di sé".

Nei gruppi davanti agli sguardi e all´ascolto di ciascun partecipante, si può verifica un possibile percorso di separazione-margine-reintegrazione-guarigione.

"Tutto per colpa di una vacca che di notte stava in mezzo alla autostrada."
(Franco Arminio)

E, così ….

"Fratelli miei, le campane sono tutte addolorate,
suonano per tutta la notte.
Ritornano stanotte in visita i nostri morti alle case,
siedono alle tavole imbandite e conversano d´un tempo
che c´era l´acqua e il pane anche per loro e le frutta
e ogni bene a portata di mano, mentre adesso è come in sogno;
e s´indugiano a guardare la bianca tovaglia finché non scoppia,
come un colpo di fucile,
il primo canto del gallo, allora se ne vanno dicendo:
´Una volta questa voce non ci spaventava; una volta ci risvegliava
e ora ci addormenta´."
(S. Cambosu)

La morte in questo caso diventa un pezzo di vita che la prolunga.

Uno dei miti più antichi di rinascita è quello rappresentato dal buttare pietre dietro le spalle.
E´ sicuramente un rituale che ne ricorda altri come quello di Orfeo ed Euridice: "Orfeo scende agli inferi per riportare indietro la moglie Euridice, ma la perde perché all´ultimo momento si gira verso di lei. Non ci si deve voltare "a guardare i morti, questa è una antica legge, farlo significa restare prigionieri del loro mondo tenebroso. Anche il padre di famiglia romano si guarda bene dal farlo. L´antico rituale voleva che, ogni anno, egli compisse una sorta di purificazione dai fantasmi antenati - i manes, gli spiriti dei morti - che sono ancora presenti nella sua casa e, in qualche modo, possiedono lui e la sua famiglia. Lui deve invitarli ad uscire, e lo fa scagliando delle fave nere dietro le proprie spalle, senza voltarsi. Insomma, l´agire senza voltarsi, il compiere azioni non davanti a sé ma dietro, vuol dire: io sto facendo qualcosa, però non voglio entrare in contatto con ciò che sta avvenendo dietro di me. Perché? Ma perché questo sarebbe troppo per me; se io guardassi sarei rovinato, sarei contaminato, oppure rovinerei l´evento che si sta realizzando dietro le mie spalle."

« Beato chi, protetto dagli dei, conoscendo i misteri divini conduce una vita pura e confonde nel tiaso l´anima, posseduto da Bacco sui monti tra sacre cerimonie » (Euripide, Le baccanti)

Ecco lo stesso percorso del clown è una "danza" un rito di "morte-rinascita" per questo il clown non guarda con gli occhi, ma con il naso perché anch´egli si deve distaccare da un´altra creatura...che vedrebbe il mondo sempre allo stesso modo.

Il Clown anche per questo deve avere "un grande ideale" altrimenti gli dei lo uccidono e per fare le cose "non deve guardarsi indietro" ....lasciare il mistero dietro di lui.......così quando esce sul palco della nuova vita. Essere neutro.

E qui entra il lutto ed il rito del pianto o meglio del "saper piangere" nella consapevolezza della perdita...nel perdersi nel deserto.....(come a volte spiego) ...e già ma cos´è il pianto, se non il "vuoto" che noi stessi possiamo riempire con uno "spirito" nuovo?

Il vuoto, il deserto, l´essenzialità dei piccoli passi, il puntare il naso e vedere sempre davanti a noi.... con gli occhi nello spazio infinito .... stare al buio (con gli occhi chiusi) è l´unico modo per vedere le stelle quel cielo infinito che si può spalancare in occasione di una morte, nostra sociale e/o dell´altro nel concetto di perdita o di presenza ed è l´unica modo (cosa) che ci permette di vedere la morte ad occhi aperti e riprendere la nostra presenza e con essa la nostra speranza!
Sto provando ad immaginare ed inserire adesso nei miei laboratori esperienziali l´esercizio del pianto spontaneo o rituale: gesti di disperazione molto antichi, codificati, oppure si mettono le mani sulla testa; e soprattutto donne che cantano antichi canti di lutto in forma di cantilena ossessiva e ripetuta, perché ma per giocare anche con ironia della nostra misera esistenza ed essere più consapevoli che il pensiero è illusione ed il corpo la nostra realtà.

Anche durante il carnevale si ritualizza attraverso il ballo il pianto e la disperazione. Sorridere (ridere sopra). Il Carnevale di Montemarano, tratta di una delle più interessanti forme musicali di Tarantella Montemaranese. Guidati dai Caporabballo (originali Pulcinella Montemaranesi), molte persone saranno accompagnate verso un rito per esorcizzare la morte.

Nel rito del pianto delle Meleagridi che si abbandonano al pianto funebre, ma in un modo cosi straziante che Artemide, a un certo punto, ebbe pietà di loro, e la dea le trasformò negli uccelli che, per l´appunto, si chiamano «meleagridi», meleagrìdes, ecco cosi ogni persona si può trasformare in uccello (io spesso mi trasformo in gabbiano) e trovare nuova linfa vitale e rinascere.

Quando cantavano le meleagridi ripetevano il loro nome quasi a voler ricordare in pianto straziante di quelle donne. Così avviene nel mito anche per l´usignolo che sarebbe stata Procene che aveva ucciso il suo stesso figlio e che trasformata in uccello continua a ripetere all´infinito il suo nome: Itù, Itù . Così accadeva per la rondine e l´upupa. Lo stesso accade con "io sono, ..io sono…".

« Non è sapienza il sapere, l´avere pensieri superiori all´umano. Breve è la vita, chi insegue troppo grandi destini non gode il momento presente. Costumi stolti di uomini dissennati stiano lontani da me » (Euripide, Le baccanti)

Le stesse Baccanti sono animate da forza sovrumana e bestiale, ad esempio quando assalgono paesi o squartano vive mandrie di mucche. La follia pura prende loro possesso. Nel secondo caso, invece, esse appaiono come portatrici di un tipo di società alternativo a quello civilizzato della moderna Tebe, una società a diretto contatto con la natura e con gli dei, in cui la follia diventa un mezzo per uscire dagli schemi e raggiungere una maggiore consapevolezza di sé. Per questo anche il Clown è eco-compatibile ed è anche lui cosciente come Carnevale che è una concessione (uno stato d´animo) poi c´è la "quaresima" che rappresenta la meditazione (la disciplina della serenità) ed il riavvicinarsi.

Ma alla fine cosa muore per davvero?

Assolutamente niente, perché anche la persona , il clown, come carnevale "Carnevale muore", allorquando, dopo il commiato funebre-ironico legge il suo grottesco testamento, ci si lancia in un´ultima danza sfrenata di tamburi fino alla rottura, nel caso del Carnevale di Montemarano della "Pignata".

Che cosa è la pignata? Nel caso del Clown possiamo dire che si rompono degli schemi mentali , e nella nuova consapevolezza di "se stessi" si avvia un processo di ricostruzioni di nuovi reti neuronali (sinapsi) per trascrivere tutte le nostre "false credenze", e così come nel caso della pignata, possono fuoriuscire "biscotti, dolciumi e caramelle", che simbolicamente rappresentano anche in questo caso un buon auspicio per la nuova "primavera" che si avvicina.
09/02/2010
Un sorriso non costa nulla
Un sorriso non costa nulla
e rende molto.
Arricchisce chi lo riceve,
senza impoverire chi lo dona.
Non dura che un istante
ma il suo ricordo
è talora eterno.
Nessuno è così ricco
da poterne fare a meno.
Nessuno è così povero
da non poterlo dare.
Crea felicità in casa;
è sostegno negli affari;
è segno sensibile dell´amicizia profonda.
Un sorriso
dà riposo alla stanchezza;
nello scoraggiamento
rinnova il coraggio;
nella tristezza è consolazione;
d´ogni pena è naturale rimedio.
Ma è bene che non si può comprare,
nè prestare,nè rubare, poichè esso
ha valore solo nell´istante
in cui si dona.
E se poi incontrerete talora
chi non vi dona
l´atteso sorriso,
siate generosi e date il vostro;
perchè nessuno ha tanto
bisogno di sorriso come chi
non sa darlo ad altri.

02/02/2010
La Terra è Incinta!
La donna, con il suo bimbo nella pancia, fa di tutto perchè nasca, non si sconforta alle difficoltà, tiene duro, nutre, e quando è il momento, accetta il dolore perché sa che da quel dolore si affaccia una nuova vita. Caramella
18/01/2010
"SORRIDERE DI ME" è l´inno della nostra Comunità di Clown Dottori. Un dono di Francesca Bei...uaooo
In compagnia della Dottofessa Mecala, con la mia moto del tempo, abbiamo fatto un viaggio nel 1857 in una riserva dei nativi d´America e poi siamo passati un attimo nel deserto del Messico, dove abbiamo incontrato degli schamani, e poi un saltino nel deserto del Marocco, ma li siamo andati a finire in un mare di cacca secca - di cammelli - tanto che la Dottofessa Mecala si è dovuta mettere la muta subacquea per uscirne fuori.
Finalmente però alla fine siamo riusciti ad arrivare a Roma appena in tempo a casa di Sidney.
Arrivati alla riserva indiana abbiamo trovato una casa ingiallita dalle risate, che profumava di cumino e cannella e così siamo un pòco morti ridendo.... per colpa di una vacca...... in mezzo a gente che si vendeva le panze....., i peli...., le cipolle....., insomma era disposta pure a vendersi la pelle! Pur di intraprendere il viaggio alla ricerca del loro clown .......(io, nel frattempo...)... dottofessa Mecala ho cominciato a sognare di una casa di paglia con tanti porcellini che in comune zappavano terra e lavavano insieme i piatti, cantavano schamanico mentre Lory, Francy, Chicco, Sidney e tutti i suonatori suonati percuotevano insieme il ritmo vitale della terra... m´pèiace assai sognare praticamente una nuova comunità.. e con il cuor in mano dico, grazie, e suoniamoci sempre ritmi corali di grandi energie e complicità perchè ci aspettano sempre più amici ed amiche per intraprendere un´altro viaggio ..."alla ricerca del tuo clown.....anche se Nanos gli dice sempre ...ma, se trovavate qualcos´altro va bene lo stesso...!!!!" .... e così abbiamo intrapreso un´altro viaggio in compagnia di: Aura, Laura, Tiziana, Chicco, Elisa, Massimo, Francesca, Loreta, Sergio ed anche

15/01/2010
L´onda Lunga.....
Ieri c´era un onda lunga. Il mare era stupendo. Un solo stanco in una luce meravigliosa si preparava per la notte ad accompagnare tutti i nostri sogni.

I gabbiani facevano serf con saraghi ed alici. Io, in compagnia del mio angelo custode Mercuzio e della (sua) cherubina Edda ci siamo stesi sulle sdraio sul molo del porto di Acciaroli a goderci tutti insieme questo spettacolo infinito. Gocce di sorriso ogni tanto si infrangevano anche sul nostro viso, nel mentre l´onda lunga del mare era lì, che ci cullava.

Un dolce tepore pervase i nostri corpi eterei. E, così ci siamo addormentati, seduti li ai confini del mondo. Io, ed Edda abbiamo visto Mercuzio che volava con i gabbiani divertendosi un mondo anche lui a giocare con i saraghi e le alici.

Poi da lontano ho visto Caramella che giocava con i suoi bambini sulla spiaggia. E, quando mi ha visto arrivare con al mio filo attccato Mercurzio che come un aquilone faceva acrobazie sull´acqua del mare, mi ha detto: "bello quest´aquilone sembra un angelo che vola sull´acqua leggero. Sai Nanos non posso proprio venire a Squola di Clown perchè qui ho un sacco di impegni di mamma, anch´io devo costruire castelli di sabbia...".

"Figurati!!!.........." - gli ho risposto io - "....questo è la migliore Squola che puoi frequentare adesso. I bambini ti mettono alla prova. E, sono tosti loro. Non hanno mezze misure, so anche un po bastardi. E´ una buona squola per il tuo clown. Bisogna stare lì a "prendersi cura" ma allo stesso tempo disciplinano la serenità del nostro clown".

"Sai Caramella..." - gli ho detto: "... i migliori laboratori di clown li ho fatti con i miei figli ed ultimamente anche con mio nipote di tre anni Antonio.. e poi c´era Mr Lapo lui mi ha insegnato un sacco di Magie Gentili anche lui aveva tre anni, ma era un pozzo di scienza immaginifica. Con Antonio poi è stato un corso specialissimo. Stavamo in spiaggia, proprio sulla riva del mare....dove finisce ... la terra; io, costruivo un castello di sabbia e lui me lo buttava giù, io lo ricostruivo e lui me lo buttava giù ..siamo andati avanti per più di un´ora così.....ma sai? E´ proprio nell´inutilità del gioco che c´è la vera essenza del clown - il nostro bambino interiore - che si confronta con gli altri bambini.....e non hai idea di quante cose ti possono insegnare li devi solo saper ascoltare... "

E´ cosi ho svegliato Edda che nel frattempo stava sognava di diventare un fiore di giardino e per prendersi le misure giuste si era andata a farsi fotografare insieme ad un fiore. E, così gli ho chiesto:
"Edda, ..visto che tu sei mamma esperta, e compagna, e moglie, e anche clown che ha grandi esperienza per aver cresciuto dei bellissimi figli, ed ora sei diventata esperta anche di nipotine e nipotini tutti specialissimi, ci puoi dare una mano a costruire questa comunità di clown ed un castello di sabbia colorata dei colori dei fiori e delle piume d´uccello di paradiso? Insomma vuoi diventare anche tu fondatrice di questa "Comunità di Clown Dottori... per prenderci insieme cura prima di noi stessi e poi di tutti i mali del mondo? "

Lei non se l´è fatto dire due volte. Mi ha sbaciucchiato tutto ....sotto lo sguardo un pò sornione di Mercuzio ...e mi ha chiesto ma che devo fare? "Niente di più di quello che già stai facendo" gli ho risposto io....: "Ecco, semmai qualche volta ti possiamo scocciare un pò e chiamarti per darci utili consigli per tutti i nostri figli, i nipoti, i bambini, i cugini, i fratelli, insomma "tutt´a razza nosta" per vivere meglio in questa nostra nuova comunità di clown dottori."

Nuova razza o nuova specie di essere uomani? Boh! Mio padre che faceva l´autista di camion mi diceva sempre: "se c´è l´onda lunga non viaggiare sulla litoranea che il mare ti può prendere." Io questa volta però ho fatto il viaggio per la litoranea e sono arrivato fin qui e vedi che ho trovato (?).

Ecco non mi sono perso ma se pure potremmo perderci nel deserto e oltre a perderci nel mare, ci potremmo perdere nel bosco, beh in questo caso, tu Edda insieme a Mercurzio - angelo onorario della nostra Comunità di Clown ... ci potete mettere in contatto sia con il padre che con la mamma e con tutti quelli che ci vogliono dare una mano. Insomma, Edda ci mettiamo in contatto anche i figli di tua figlia (tua nipote) che è un genio ed un pozzo di scienziamento, come tutti i bambini oggi sotto i dieci anni.

Ad esempio se siamo preoccupati per nostra figlia o altri noi ti telefoniamo Edda e tu parli con tua nipote e ci fai dare le giuste diritte per come uscire ad esempio dal bosco o quant´altro. Insomma abbiamo un sacco di nuovi esperti e credo che ci potranno aiutare tutti in questo nostro viaggio.
Edda ha accettato di diventare anch´essa insieme a Goccia socia/o-fondatori della nostra comunità di clown.

Lei mi ha detto: "ma io non sono clown, però?" ......Io gli ho risposto che per stare a fianco all´angelo Mercuzio deve essere per forza anche lei già clown.

Ecco l´onda lunga è arrivata e si è infranta sulla barriera di scogli del porto. Ci ha bagnati un pò, ma porta fortuna.

E, così ci siamo svegliati dal sogno mentre Mercuzio ci diceva con le ali infracidite dall´acqua di mare:
"Vi ho lasciato teneramente e dolcemente dormire te e la Edda sgombrandovi la strada dai brutti e freddi pensieri e predisporvi per sogni colorati e leggeri come le nuvole di primavera e….tu clown-bambino hai voluto raccontarli a tutti e hai parlato anche di me di quello che potevi umanamente immaginare di me.
Tu non potevi vedere ad esempio il mio incontro sulle spiaggia di Acciaroli con un mio assistito da lungo tempo. Un ormai non più giovane poeta e cantautore che mi racconta spesso ha cantato di te, "donne cannone" e umanità varia di sognatori anche non pratici……di angeli che girano senza spada e un cuore pieno di ricordi e fantasie. Di clowns con nella faccia un principio di tristezza a consolare le prime rughe dell´anima e di altre indaffarate tra sogno, piatti da lavare, camice da stirare e figli da custodire….

Mi ha detto che ti aveva appena lasciato libero nel sogno e che ti aveva visto leggero e libero volare in un quadro dell´angelo che si fa chiamare Chagal mentre cercavi di allontanare le nuvole nere lanciando nell´aria sorrisi di aquiloni colorati e …ballare come una baccante invasata dal dio Dioniso a gara con gabbiani e con saraghi e alici volanti sulle onde del mare anche tu ci hai giocato non solo io....
Ti teneva d´occhio e d´orecchio mentre ti distraevi attirato dal canto amoroso delle sirene e dalle parole fangose delle girine…..e parlavi infervorato del sogno, dei colori ,della luce del sole e del mare…..
Mi ha raccontato di te ….uomo di passaggio che insiste a volare alto nel cielo nuvoloso e nero di Napoli in cerca della tua Partenope del cuore, geloso della tua libera e dolce curiosità, incurante del tempo che passa disegnando spirali con io trasformato in un tuo aquilone, proprio come il volo dei gabbiani senza compassi e squadre per ritornare eterno come le rondini a fuggire i freddi dei gelidi inverni degli uomini e dell´anima......per farci la sua quadratura....e raggiungere il paradiso(!?)...

Mi ha raccontato quanta fatica ha fatto a insegnarti a ridere e non solo sorridere (di te) come sanno fare gli uomini oggi ma sopratutto a non piangere come sanno fare solo gli angeli....
Ti ha consigliato di preservare gli occhi dalle fuliggini e le orecchie dai rumori e dagli inciampi di una ragione troppo possessiva ,prescrittiva ed autoritaria. Vi volavamo intorno leggeri ,silenziosi ed invisibili con alle spalle un tiepido tramonto napoletano accompagnato dai zeffiri sereni. Nel frattempo ci ha raggiunto per vie traverse e opposte un bel gruppetto di personaggi ben assortiti e impegnati in discorsi oscuri ma leggeri: due vecchi proto-filosofi Parmenide e Zenone e un giovane poeta-cantore siciliano in perenne ricerca di un centro di gravità permanente …
Anche lui stufo di stare in una trincea di lusso a Lentini o ad Velia, la vecchia Elea a costruire o archi rosa o scuole di pensiero da espandere in tutto il mondo greco occidentale e a curare lo sviluppo delle scienze mediche e matematiche.....
I due vecchi sapienti accalorati raccontavano al giovane e attento ascoltatore di come a fatica dotarono la città di "buone leggi" grazie alle quali gli Eleati riuscirono a contrastare gli attacchi della vicina e turistica Poseidonia (Paestum)….
E, dicevano di venire direttamente dal nostro padrone e signore con il compito pedagogico di contaminare i tuoi sogni perché si dimenavano come anime malnate tra fredde leggi,codicilli,statuti e che stavi rischiando molto in leggerezza ,rapidità,esattezza ,visibilità e molteplicità che pure un altro angelo ti avevano da molto tempo raccomandate come statuto dell´anima per il nuovo millennio che avete appena cominciato..
E, mi hanno detto di prendersi (sopratutto) "cura" di te ....
Di insegnarti a proteggerti dalle paure dell´ipocondria e dalle tristezze della solitudine..dai turbamenti che incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie, dagli inganni e dai poteri, dai fallimenti che per tua natura attirerai, dai dolori a dagli sbalzi di umore e di amore, dalle incomprensioni delle umane malie, dalle ossessioni e dalle umane manie, dalle dolci e insidiose malinconie, dalla voglia e abbaglio di superare con il pensiero le correnti gravitazionali e le maree del cuore, ad ascoltare il racconto di un altro angelo di nome Renatino che vi spiega la quadratura del cerchio nei "cerchi caldi" delle passioni addomesticate e dei sentimenti freddi, umani troppo umani, di volare sopra gli spazi e la luce che non fanno invecchiare, a guarire tutte le malattie come esseri speciali con la semplice e difficile "cura di sé".
Mi dicevano che volevano addirittura insegnarti col pensiero ad esser più leggero e veloce delle aquile e nel frattempo volevi prendere lezioni da Jhonatan, un gabbiano super veloce, per attraversare il mare e saper ritornare come le rondini, nel silenzio e la pazienza per percorrere con gli uomini le vie che portano all´Essenza, dove i profumi d´amore inebriano le menti, i cuori ed i corpi per affrontare anche le bonacce d´agosto e gli zeffiri ruffiani che pretendono di saper calmare e frenare i sensi....il paradiso?
Certo i gabbiani sono gli unici che ti insegneranno a conoscere le leggi del mondo, a rispettare gli "archè" naturali …acqua, terra, aria e fuoco …che fanno il mondo in un indicibile gioco di luci riflesse e…le trame del canto e della poesia, e i passi armoniosi di danza in volo……insomma ad essere uomo tra gli uomini e basta……. Mentre tra di noi parlavamo di tutto questo un po´ animatamente ….. vi siete svegliati e vi abbiamo visto e sentito parlare di macchina, di tempo ,di cena e viaggio di ritorno in compagnia ed un certo umano Mauro che tra di voi si spaccia per essere un angelo e si fa chiamare ….Mercuzio…….a griato ....: "
ahooooo...."ma vi siete addormentati,....incantati dallo specchio del mare?" - grido loro l´angelo Mercuzio.....

E, così siamo volati via tutti insieme nel castello di Edda, mentre una goccia di mare ci regalava il suo sorriso ed il filo del mio aquilone si era incastrato tra gli scaffali di una biblioteca dove un sacco di libroni parlavano tra loro di antiche storie dell´animo umano e lo stesso Mauro aveva sognato di diventare il loro custode.

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